Fase di analisi dettagliata della situazione aziendale a partire dall’analisi economico finanziaria dei tuoi bilanci, posizionamento di mercato e il confronto con i principali competitors. In seguito all’analisi aziendale si predisporrà un profilo generale sulla condizione dell’azienda volta a prendere delle decisioni ottimali per il piano ristrutturazione o di cessione.

Il metodo finanziario

ll metodo finanziario di valutazione si ispira al concetto generale che il valore di un’azienda è pari al valore attualizzato di tutti i flussi di cassa che la stessa è in condizione di generare in futuro. In concreto sono state sviluppate differenti alternative metodologiche, tra le quali ha trovato particolare attenzione quella dei flussi di cassa operativi scontati (Unlevered Discounted Cash Flows Analysis).

Secondo tale metodo il valore di un’azienda è ottenibile adottando la seguente formula:

W= ( Sommatoria FT al tasso kO) + Tv

Dove:

W    =   valore del capitale economico dell’azienda

Ft    =   flussi di cassa operativi netti del periodo

Ko   =   costo medio ponderato del capitale

N     =   numero di anni del periodo di previsione analitica del flusso di cassa

Tv   =   valore attuale dei flussi che l’azienda continuerà a generare nei periodi successivi a quelli di prevedibilità analitica

In concreto, secondo tale formula, il valore di un’azienda è pari alla sommatoria dei flussi di cassa operativi netti generati in ciascuno degli anni assunti nell’orizzonte esplicito di previsione analitica, opportunamente attualizzati ad un tasso pari al costo medio ponderato del capitale, a cui vanno aggiunti i flussi futuri (perpetui) che l’azienda prevede di generare.

Andiamo ora a vedere l’utilità del nostro Business Plan, per la determinazione del Valore di un Azienda tramite il metodo finanziario.

Come anticpato, stiamo parlando di valutazione di Azienda, quindi il nostro Business Plan non è relativo ad una start up ma ad un azienda esistente.

Osservando il nostro cash flow, il valore da attualizzare è rappresentato dal cash flow finale.

Consideriamo quindi sia la gestione caratteristica che quella non caratteristica dell’azienda, questo sta a significare che si prendono in considerazione anche le politiche di investimento future, e le relative coperture di finanziamento.

E’ evidente che un valore aziendale cosi calcolato viene ad essere influenzato dalle politiche aziendale dell’imprenditore stesso, da qui l’aleatorietà del metodo finanziario come indicatore del Valore Aziendale.

Si può quindi prendere come riferimento il nostro Business plan per calcolare i cash flow futuri dell’azienda.

Abbiamo creato un business plan annuale (fino a 35 anni), con un sheet di Input iniziale dove inserire tutti i valori per la determinazione dei flussi di cassa.

Per semplicità abbiamo riportato i valori di Input su un unico sheet.

Oltre alle variabili “classiche “ del Business plan viene richiesto:

I numeri di anni di attualizzazione dei flussi, ed il costo medio ponderato del capitale nelle sue 2 componenti: il tasso euribor quale misuratore del costo del denaro e il tasso di rischio specifico del settore.

Nel foglio Reportistica vine calcolato il valore aziendale.

Ovvero partendo dai flussi di cassa generati dal cash flow del nostro Business plan, calcoliamo il valore attuale netto VAN (attenzione non utilizziamo la funzione valore attuale netto di excel che non tiene conto della componente tempo) attualizzando ogni periodo al tasso del costo medio ponderato di capitale elevato al tempo t e sommando alla fine i flussi cosi atttualizzati per il periodo preso in considerazione.

Calcoliamo poi il valore Tv, considerando come rendita perpetua il flusso di cassa medio dei periodi precedenti analizzati sopra e attualizzato ad oggi al costo medio del capitale ponderato.

La somma  VAN + TV determina il valore dell’azienda secondo il metodo finanziario.

Il metodo patrimoniale

Il metodo di valutazione patrimoniale esprime il valore di un’azienda in funzione del suo patrimonio, ossia analizza i valori dei singoli elementi dell’attivo e del passivo dalla cui contrapposizione emerge l’entità del patrimonio netto.

Tale impostazione offre, proprio per sua natura, una visione dell’azienda fondata su una rappresentazione delle sue componenti patrimoniali, la cui preventiva valorizzazione avviene con appropriate metodologie in funzione della natura e delle caratteristiche delle stesse.

La fase applicativa del metodo patrimoniale si caratterizza per la presenza di alcuni momenti fondamentali:

1)        Il calcolo del capitale netto di bilancio. Esso deriva dalla sommatoria del capitale sociale e delle riserve (formate da utili o da rivalutazioni);

2)        La rivalutazione degli eventuali elementi non monetari (immobilizzazioni tecniche, rimanenze di magazzino, partecipazioni, titoli, etc.) a valori correnti e l’attualizzazione dei crediti e dei debiti. Importante sottolineare come la verifica dei valori inerenti alla immobilizzazione possa far emergere delle plusvalenze o minusvalenze dovute al fatto che le immobilizzazioni saranno valutate sulla base del realistico valore di mercato, ovvero del costo di riproduzione o sostituzione. A tal proposito queste voci straordinarie, se accertate, possono essere talvolta assoggettate ad un successivo eventuale prelievo fiscale figurativo.

Nella pratica, il modello patrimoniale si presenta generalmente secondo tre differenti formulazioni:

–      Metodo patrimoniale semplice

La valutazione comprende i beni materiali, oltre ai crediti ed alla liquidità, ed eventualmente quelli immateriali che la legge consente di iscrivere all’attivo di bilancio.

Ci fornisce una valutaizone aziendale statica, legata al valore patrimoniale di una azienda ad una certa data, e non alla sua capacità dic reare redditi futuri.

Ne consegue quindi che sia applicabili nei casi di aziende prive di attività produttive, ad esempio società immobiliari o holding finanziarie.

–      Metodo patrimoniale complesso analitico

La stima include oltre ai beni materiali, quelli immateriali non contabilizzati, ma per i quali è possibile procedere ad una valorizzazione motivata e documentata.

Inserendo la valorizzazione di beni immateriali non contabilizzati con determinazione certa, andiamo a stimare il valore  dell’avviamento dell’azienda . Il caso potrebbe essere ad esempio nella valorizzazione di contratti in essere che producono redditi futuri.

–      Metodo patrimoniale complesso empirico

Tale metodologia considera nella determinazione del capitale economico i beni immateriali non contabilizzati, la cui valorizzazione si fonda non tanto su basi razionali, quanto su parametri aventi come esclusivo riferimento transazioni avvenute.

Rispetto al patrimoniale analitico la valorizzazione dei beni immateriali  non è certa, ma presumibile (ad esempio il marchio aziendale).

Per ora ci soffermeremo nella creazione di un modello per la Valutazione Patrimoniale con il metodo semplice. Vedremo poi in seguito come l’utlizzo dei metodi misti, si determinerà la valorizzazione del cosidetto “avviamento”, che è intrinseco nelle aziende produttive.

Tornando al metodo  patrimoniale semplice, la determinazione del valore aziendale è dato dalla formula:

W = C+M+P+t

Dove:

W =   valore del capitale economico dell’azienda

C  =   capitale netto contabile

P   =   plusvalenze

=   minusvalenze

t    =   incidenza degli oneri fiscali potenziali

Al patrimonio netto, vanno sommate le rettifiche inerenti alle poste patrimoniali.

In particolare vanno quindi analizzate tutte le poste patrimoniali, e rettificate sulla base dei seguenti criteri di valutazione:

Liquidità: nessuna rettifica, si riporta il valore presente in bilancio;

Crediti: il valore di presunto realizzo, inoltre per crediti oltre l’anno è necessario rettificarli inserendo il valore attualizzato;

Rimanenze di magazziono: valore di presunto realizzo;

Beni strumentali: valore di mercato del bene stesso.

Passività: valore di presunta estinzione;

Fondi rischi ed oneri: devono esprimere una stima attendibile dell’evento per cui sono stati costituiti;

Tali valutazioni, comportano delle rettifiche alle poste patrimoniali, dando luogo a plusvalenze e minusvalenze che  vanno a sommarsi al patrimonio netto nella determinazione del valore aziendale.

Le Plusvalenze e Minusvalenze , danno luoogo inoltre ad una fiscalità latente che deve essere calcolata e portata in aumento o diminuzione del valore aziendale.

Nel caso del metodo patrimoniale semplice, il nostro business plan non entra in gioco.

Nell’excel riportato abbiamo implementato il precedente modello di valutazione patrimoniale secondo il “metodo finanziario”, inserende anche la valutazione aziendale con il “metodo patrimoniale semplice”.  Si richiede di inserire i valori di bilancia attuali dell’aziende, e le opportune rettifiche riportate sopra,per permettere al modello di calcolare il valore aziendale dato dalla formula sopra riportata.

Il metodo reddituale

In questi ultimi anni si è notata una generale tendenza, nei processi di valutazione delle aziende, ad affidare un peso maggiore alla componente reddituale, in ossequio al principio che il valore di un’azienda trova il proprio fondamento essenzialmente nella capacità dell’azienda stessa di produrre ricchezza.

Momento fondamentale nel metodo reddituale è la determinazione del reddito che si presume di conseguire nei prossimi esercizi, ovvero il reddito medio normale attesso.

I redditi così individuati vengono dunque capitalizzati ad un tasso, come già visto per il metodo finanziario, che aggiunge al rendimento degli investimenti privi di rischio un adeguato premio per il rischio sito nel particolare investimento rappresentato dall’azienda oggetto di valutazione.

Il primo passo nella determinazione del reddito medio prospettico, è quello della normalizzazione del reddito stesso, ovvero:

–           l’eliminzione degli elementi straordinari di reddito e di quelli non inerenti alla gestione caratteristica dell’azienda stessa;

–          L’inserimento dei costi figurativi, la corretta remunerazione dei soci lavoratori, gli interessi intesi come la mancata remunerazione qualora il capitale fosse stato impiegato in un ivestimento finanziario alternativo.

Dato che operiamo su una previsione,è’ opportuno quindi nella predisposizione  del Business Plan reddituale, pianificare  tenendo presente  questi elementi, per la corretta determinazione del reddito prospettico.

Una volta accertata la misura del reddito, normalizzato sotto tutti i profili, è di regola necessario procedere al ricalcolo degli oneri fiscali che vanno adeguati alla variata misura del risultato economico.

Anche qui se al momento di previsione abbiamo inserito correttamente le poste, il nostro modello di business plan terra conto del corretto importo del carico erariale.

Per la determinazione del valore, riprendiamo quanto già visto per il metodo finanziario, dove però consideriamo la valorizzazione dei previsionali economici e non di quelli finanziari.

La funzione generale che lega il capitale economico alla componente reddituale può essere rappresentata dalla seguente formula:

W = R/i

Dove:

W =   valore del capitale economico dell’azienda

R  =   reddito medio normale atteso

i    =   tasso di capitalizzazione

Nel caso in cui l’orizzonte temporale sia definito, e dunque limitato, la formula sopra esposta dovrà essere modificata in modo da rappresentare una rendita annua posticipata di durata pari a n anni (in cui i indica il tasso di attualizzazione).

W = R*a­n┐i

Nel caso in cui il ricorso ad una configurazione di reddito normale medio atteso possa avvenire con riferimento ad una previsione dettagliata, almeno per alcuni anni, le formule precedentemente illustrate devono essere riespresse nel seguente modo:

W = [ΣRt/(1 + i)] + Tv

Dove:

W    =   valore del capitale economico dell’azienda

Rt    =   redditi netti normali del periodo esplicito

i      =   tasso di capitalizzazione

Tv   =   valore attuale dei redditi che l’azienda continuerà a generare nei periodi successivi a quelli di prevedibilità analitica

Nel nostro modello di Business plan,andiamo a determinare come visto per il metodo finanziario, il valore reddituale in maniera analitica per ogni anno, utilizzeremo quindi quest’ulima formula per determinare il valore aziendale.

Aggiorniamo il modello Excel di valutazione aziendale, inserendo anche il metodo reddituale.

Il metodo misto patrimoniale-reddituale

Il metodo misto, riprende quindi i 2 metodi precedentemente analizzati (patrimoniale e reddituale), analizzando  il valore dell’azienda sotto 2 elementi essenziali: la valorizzazione del patrimonio aziendale alla data di valutazione e la capacità della stessa di generare redditi futuri (avviamento).

L’analisi reddituale rispetto al metodo puro reddituale, è qui rivista nell’ottica di valutazione della sola componente avviamento. Tale componente assume pertanto consistenza e rilievo in termini di valore, in quanto elemento in grado di consentire all’azienda di tradurre la propria posizione competitiva in flussi di sovrareddito e, quindi, di remunerare gli azionisti con rendimenti superiori a quelli ottenibili con investimenti alternativi di pari rischio, come ad esempio quelli mediamente conseguibili investendo la stessa entità di capitale nel medesimo settore di attività.

La formula adottata per il calcolo del  valore del capitale economico  (W) è  cosi riconducibile a due componenti: il capitale netto rettificato (K) e la capitalizzazione del sovrareddito (Goodwill) su un arco temporale limitato o illimitato.

W = K + (R – I*K)/I’

Dove:

W = valore azienda

K = capitale netto rettificato (calcolato utilizzando il metodo patrimoniale rettificato);

R = reddito medio normale atteso (calcolato utilizzando il metodo reddituale)

i =  tasso di rendimento normale

i’= tasso di attualizzazione del sovrareddito

Il tasso di rendimento normale (i) esprime una misura di rendimento giudicata soddisfacente, nei limite della norma, tenuto conto del grado di rischio che l’azienda incontra.

Si attualizza con la formula solo il reddito superiore a quello considerato nella norma, per la determinazione dell’avviamento.

L’utilizzo di tale metodo ha trovato largo utilizzo nella pratica, in quanto  riesce a considerare contemporaneamente gli aspetti patrimoniali e reddituali, evidenziando così sia una valutazione obiettiva e verificabile, sia una stima dell’avviamento, inteso come capacità dell’azienda di generare redditi superiori alla “norma” del settore

Nel file excel, aggiungiamo quest’ultimo metodo di valutazione. Dove riprenderemo il metodo patrimoniale che valorizza il capitale netto rettificato (K), andremo a considerare il tasso di rendimento normale prospettico del capitale netto rettifificato (K). Riprenderemo il calcolo del reddito medio prospettico a cui andremo a togliere il rendimento normale atteso per poter calcolare l’avviamento.

Avviamento + capitale netto rettificato determina il Valore Aziendale finale.

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